Articolo, Möbius 2018

Uno sguardo completo sul Möbius 2018

Ventiduesima edizione del Premio Möbius Multimedia Lugano: i “vincitori digitali” per il 2018 e i tanti stimoli emersi su digitale e ambiente

Durante la prima giornata del Premio Möbius Multimedia Lugano 2018, dedicato quest’anno a esplorare i rapporti tra il digitale e il nostro ambiente, sono state date le prime risposte ai molti quesiti che la sfida ambientale pone alla tecnologia.


Alle 17.30, dopo un benvenuto del del sindaco di Lugano Marco Borradori, Presidente della Fondazione Möbius, sponsor e “amici del Möbius” (Città di Lugano, RSI, Cantone Ticino, Coop Cultura, Fondazione
Agire, Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI), hanno brevemente presentato le installazioni che sono rimaste aperte per tutta la manifestazione nell’atrio della Sala 1, con buona frequentazione da parte di un pubblico molto interessato. Particolare impatto hanno registrato i visori per immagini a 360° della RSI, i dati statistici su Lugano elaborati dalla Città e il sistema Oasi del Cantone che consente un'osservazione ambientale permanente sullo stato del territorio.

 

A partire dalle 18, nel tradizionale confronto del pomeriggio, Alessandro Curioni, direttore del Centro di ricerca IBM di Rüschlikon (Zurigo) e Bruno Oberle, professore di Green Economy and Resource Governance al Politecnico federale di Losanna e già direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente dal 2005 al 2015, hanno dibattuto sulle potenzialità delle nuove tecnologie quando si parla di sviluppo sostenibile.
Abbiamo a disposizione un immenso patrimonio di dati, e ne avremo sempre di più con la diffusione dell’Internet delle Cose. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale è possibile strutturarli e comprenderli, in modo
da poter prendere decisioni sempre più precise, basate su informazioni il più possibile obiettive. Grazie all’interconnessione di sistemi informatici sempre più sofisticati, si apre l’era dell’industria 4.0, in cui la catena
produttiva diventa smart, alla ricerca di maggiore sostenibilità.

Si è in grado di combattere l’inquinamento urbano, aumentare la produttività agricola, ridurre lo sfruttamento della forza lavoro, grazie alla raccolta capillare di dati e l’impiego di risposte mirate. Ma rimangono, in tutto questo, alcuni problemi. Da dove vengono i dati? Chi li possiede? Stiamo delegando sempre più il potere decisionale alle macchine? Dobbiamo cercare risposte a queste e altre domande, perché l’informazione è la “moneta del futuro”. E se i punti di osservazione sono diversi, c’è stata una naturale convergenza tra Curioni e Oberle sulla opportunità di assicurare la proprietà dei dati a chi li produce e sulla necessità di lasciare la responsabilità della sintesi delle informazioni e della decisione politica all’Uomo.


La giornata si è conclusa con la rassegna "Anno digitale 2018 in sintesi" curata da Gino Roncaglia, professore di Informatica applicata alle discipline umanistiche all’Università della Tuscia, che ha proposto un viaggio attraverso le curiosità del 2018 digitale, tra auricolari in grado di tradurre un dialogo in tempo reale, visori per la realtà virtuale sempre più sofisticati e stampanti 3D per metallo.

 

La seconda giornata è stata dedicata al Grand Prix Möbius Suisse, all'editoria in transizione, al Möbius Giovani e al Simposio.

 

Il Grand Prix Möbius Suisse è andato a beepro, di Andrea Albertini e Andrea Bernaschina (bitcrib), con la seguente motivazione: “Offre una risposta efficace e sostenibile a un problema cruciale per il pianeta. È auspicabile che la sua adozione sia estesa sul territorio, per un impatto reale sia per gli apicoltori che per la società tutta.”
Molto apprezzati dalla giuria e dal pubblico anche gli altri due prodotti preselezionati: ASAR (Muttoni e Beffa SA) e NextPark (Nextpark).

 

Per la categoria dell’editoria in transizione, quest’anno il Premio Möbius per l’editoria in lingua italiana non ha proposto il classico concorso, per lasciare spazio a tre riflessioni profonde sulla crisi dell’editoria tradizionale. L’editoria deve cambiare, ma come dare valore a trasformazioni così radicali?

Massimo Bray, direttore della Treccani, ha illustrato il progetto di rinnovamento dell’Istituto. L’affermazione dei nuovi media ha reso il tempo di obsolescenza di un contenuto editoriale vertiginosamente breve. L’editore oggi deve mettere al centro l’utente e i contenuti, creando un ecosistema crossmediale di canali in grado di adattarsi alle esigenze delle varie fasce dell’audience. La partecipazione è importante ma senza prescindere dalla qualità della conoscenza che viene condivisa.

A seguire Gino Roncaglia che ha osservato come il mondo dell’editoria oggi sembri essere fermo. Il libro digitale non cresce, ma allo stesso tempo quello di carta continua a perdere quote di mercato. C’è poca sperimentazione e l’editoria non sembra riuscire a guardare all’esperienza e alle innovazioni di altri operatori del digitale, come videogiochi o film.
Gualtiero Carraro, infine, ha riflettuto sul futuro della “editoria mutante”. L’editoria è una forma di imprenditoria, che risente della concorrenza, oggi, dei colossi del web. Come si può rispondere all’offerta di Google o Facebook? Ci sono dei percorsi che si possono esplorare: la gamification del sapere, l’utilizzo delle tecnologie di realtà virtuale per creare una “editoria immersiva”, oppure l’integrazione, sul modello Amazon, di editoria ed e-commerce, vendendo prodotti e servizi legati ai temi di cui si pubblica.


In tema di sperimentazioni digitali, alla fine dei tre interventi è stata assegnata una menzione speciale, consegnata dal direttore della RSI Maurizio Canetta, a Fabrizio Venerandi, cofondatore della casa editrice Quintadicopertina, per le sue “Poesie elettroniche”. Si tratta di poesie interattive che, prendendo spunto dall’esperienza del videogioco, cercano di rinnovare l’esperienza di lettura dell’ebook, attraverso svariati percorsi di fruizione

 

Particolare apprezzamento hanno raccolto alla fine della densa mattinata i video virali dei giovani studenti del corso di comunicazione visiva della SUPSI, per lanciare in rete le attività del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto.
Il Premio Möbius Giovani per la comunicazione virale è andato a Blocked di Nicola Lucchini, con questa motivazione: “Stimola a scoprire Vincenzo Vela nel territorio per ritrovarlo nel suo museo.”

 

Nel pomeriggio spazio al Simposio, dedicato al digitale nel nostro ecosistema.

Moreno Celio, già direttore della Divisione dell’ambiente del Cantone Ticino, ha raccontato il lavoro fatto per il progetto di riqualifica di Airolo, in vista dello scavo del secondo tubo della galleria del San Gottardo, possibile in tempi brevi e con estrema precisione grazie a tecnologie di simulazione e rendering 3D all’avanguardia.

Andreas Kipar, architetto, cofondatore di LAND (Landscape Architecture Nature Development), a Milano, ha ricordato che il digitale è uno strumento che serve a ben poco senza una narrazione che dia contenuto e significato. Una narrazione che favorisce l’incontro con la realtà, la riscoperta e la riqualificazione dell’ambiente, sfruttando le possibilità degli strumenti digitali.

L’intervento di Pippo Gianoni, ingegnere forestale e in scienze ambientali, cofondatore di Dionea SA, Locarno, ha esplorato le possibilità che i nuovi strumenti di raccolta e analisi dei dati aprono quando si tratta di leggere e governare il paesaggio.
Un contributo video di Luca De Biase, redattore responsabile di “Nova”, “Sole 24 Ore” dedicato all’innovazione, ha espanso ulteriormente la discussione, parlando di ecologia dei media: i dispositivi digitali che utilizziamo non sono solo estensioni del nostro corpo, ma anche parte integrante dell’ecosistema in cui viviamo, influenzando i modi con cui vi interagiamo e gli atteggiamenti che sviluppiamo.
Dopo i big data del 2016 e le smart city del 2017, con il simposio 2018 si si sono quindi allargati ancor più gli orizzonti, riflettendo sui modi in cui le tecnologie digitali possono influenzare positivamente (e negativamente) tutto il nostro ecosistema.

In estrema sintesi, con una prospettiva che va sostenuta dall'ottimismo della volontà, si può affermare che un nuovo rapporto con l’ambiente può trarre beneficio dalla Intelligenza Artificiale, dai big data e dalla loro interazione.

 

Prima delle premiazioni, che hanno visto la partecipazione del sindaco di Lugano Marco Borradori, un fuori programma ha catturato il pubblico e ha visto come protagonista un grande intellettuale di fama mondiale da anni amico del Möbius: Derrick de Kerckhove. Partendo dalla storia di Pinocchio, come metafora del passaggio da una cultura agraria a quella industriale, de Kerckhove, intervistato da Vito Robbiani, ha avviato una riflessione sulle varie e nuove forme che l’umanità potrà assumere nell’età dell’informazione, attorno al concetto di “gemello digitale”, un alter ego virtuale che contribuisce a fornire una migliore comprensione dell’umano in carne e ossa.


Il direttore della Fondazione Möbius Lugano Alessio Petralli ha concluso: “La ricchezza degli spunti proposti nei due giorni di manifestazione e l’apprezzamento concesso dal pubblico ci confermano che il tema ambientale rappresenta la naturale evoluzione del dialogo avviato nelle precedenti edizioni.
Riteniamo anche vincente la scelta di adottare una pausa di riflessione sullo stato dell’editoria, che ci consentirà di ridisegnare il premio secondo nuovi parametri, proiettati al futuro.”

 

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