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Siamo davvero condannati a morire di traffico?

07 Ottobre 2017, 16:15
Carlo Secchi

Non c'è giorno che passi senza leggere un articolo o ascoltare un servizio televisivo che affrontano il tema del traffico stradale. Le ricette (teoriche) per risolvere un problema decennale non mancano. I progetti attuati e gli investimenti nemmeno. La percezione dei più rimane tuttavia quella di un problema apparentemente irrisolvibile e in costante peggioramento. Da qui la domanda del titolo dell'intervento. Perché se da un lato, la risposta è "certamente no", dall'altro dovremo cominciare a confrontarci con l'efficacia delle misure fin qui adottate, e prendere in considerazione sistemi di "diagnosi" più attendibili. Come ha fatto la città di Montreux, per esempio, che nel pieno di una discussione tra la costruzione di un tunnel sotto la città e quella di un autosilo alle sue porte, ha fatto ricorso a una soluzione innovativa per qualificare con statistica certezza, i movimenti stradali di centinaia di migliaia di autoveicoli con pochi "clic". Alla fine, il nocciolo della questione non consiste tanto nell'oggettiva neutralità dei dati forniti dal Big Data (che pure rappresentano un aspetto basilare della diagnosi) quanto nell'approccio utilizzato per affrontare e risolvere il problema.  Quest'ultimo è il vero nodo da scogliere per fare in modo che la rivoluzione digitale nelle nostre città, possa dare significativo apporto alla nostra "felicità urbana".

Carlo Secchi
Carlo SecchiDirettore vendite Swisscom (Grandi Aziende)

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