“Stiamo scrivendo le primissime pagine di un libro che avrà tanti capitoli. È un momento storico molto interessante, ma è anche un momento in cui è necessaria una grandissima presa di coscienza. Ognuno di noi è chiamato a cercare di non farsi guidare dalle paure, ma dalla ragione.”
Con questo messaggio Barbara Caputo ha concluso il suo intervento all’incontro “Intelligenza artificiale: tocchiamo ferro”, anticipando la laudatio di Andrea Emilio Rizzoli, Direttore IDSIA (Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale) e la consegna alla professoressa Caputo del Grand Prix Möbius 2024 per l’intelligenza artificiale al servizio della società per “il suo impegno scientifico e umano al servizio della ricerca dei modi per progettare e realizzare una forma di intelligenza artificiale che sia nello stesso tempo efficiente e sostenibile.”
Siamo di fronte a un cammino che dalle prime teorizzazioni negli anni Sessanta, ai timori degli anni Novanta, fino al fiorire dell’ultimo decennio ha portato l’intelligenza artificiale ad accompagnarci nella quotidianità: impiegata nell’individuare le e-mail di spam, nel riconoscimento facciale per sbloccare il telefonino o nelle previsioni del tempo, l’IA è pervasiva.
Se la rapidità con cui ha raggiunto questa diffusione alimenta reazioni fortemente emotive, non si può evitare di fare i conti con le limitazioni di una realtà che non rinuncia alla concretezza. Perché le sfide sono tante: lo sviluppo di algoritmi di apprendimento, la raccolta dei dati necessari ad alimentare tale apprendimento, la gestione dell’hardware su cui avviene il processo richiedono competenze specifiche, risorse economiche ed energetiche, infrastrutture tecnologiche e culturali. Ma i confini precisi di questi requisiti sono sfocati, continuamente spostati dalla velocità vertiginosa con cui le innovazioni si susseguono.
Così, contrapposte alla smania muscolare ed energivora dello sviluppo “per forza bruta” si cercano ipotesi di “IA frugali”, più economiche e a minore impatto ambientale. Ai colpi di scena dei giochi geopolitici che ricordano la corsa allo spazio del Novecento (e l’arrivo di DeepSeek dalla Cina non assomiglia alla rivelazione dello Sputnik sovietico?) si alternano le corse in avanti dei legislatori, alla ricerca di risposte chiare ma impossibilitati a definire con precisione le caratteristiche del fenomeno.
Insomma, sono tanti i dubbi e le difficoltà per un settore il cui futuro non è ancora chiaro. “L’augurio è che alla fine si atterri in qualche cosa che porti del progresso. In caso di dubbio, in ogni caso: tocchiamo ferro.”
Lunedì 17 febbraio 2025, ore 18.00
Campus Est USI-SUPSI, Sala polivalente
Via la Santa 1, Lugano-Viganello
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Programma
Saluti e introduzione
Alessio Petralli, Direttore Fondazione Möbius
Conferenza di Barbara Caputo
Intelligenza Artificiale (IA): tocchiamo ferro
Domande del pubblico
Consegna a Barbara Caputo del Grand Prix Möbius 2024 per l’intelligenza artificiale al servizio della società
Laudatio di Andrea Emilio Rizzoli, Direttore IDSIA, Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale