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Il rassicurante eden pre-relativistico sembra essere ormai oscurato dall’avvento della “post-verità”, che pone al centro la mutazione antropologica prodotta dal digitale e il ruolo dei social media nel dibattito democratico. Un’etica della verità è però forse ancora possibile se intesa come autoverifica collettiva e mai conclusa delle proprie affermazioni, che non elimini le evidenze sgradite poiché contrarie alla propria Weltanschauung, ma le assuma come stimolo inesuaribile per un percorso di dialogo autentico.
Nicla Borioli, professoressa in comunicazione e linguaggi visivi alla SUPSI, ha sottolineato la necessità di una prospettiva etica che animi i rapporti in rete e gli strumenti con cui vengono costruiti. Umiltà nel comunicare, disponibilità all’ascolto, consapevolezza che la verità è in continuo mutamento e non possiamo essere certi di conoscerla nella sua interezza, questi devono essere i fondamenti della lotta alla disinformazione.
Professoressa SUPSI e Responsabile della formazione del Dipartimento Ambiente Costruzioni e Design Nicla Borioli ha conseguito la laurea in filosofia moderna presso l'Università degli Studi di Pavia ed è professoressa in comunicazione e linguaggi visivi presso la SUPSI, dove insegna semiologia applicata alle discipline del design. È attiva in numersi progetti di ricerca e mediazione culturale con enti culturali e musei, volti ad approfondire l’influsso dei nuovi linguaggi e delle tecnologie digitali sulla società, l’etica e l’apprendimento.
Dal 2010 è membro di direzione del Dipartimento Ambiente Costruzioni e Design con la funzione di responsabile della formazione bachelor e master. Collabora con il Dipartimento Formazione e apprendimento in qualità di consulente scientifica del “Master of Advanced Studies in arti plastiche”. È stata responsabile del Museo d’Arte Moderna presso il Dicastero Attività Culturali della Città di Lugano e del Festival “Parolario”, in collaborazione con l’Assessorato alle Culture della Regione Lombardia.
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Fondazione Möbius Lugano
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